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Numero
Giugno

Benvenuti!
Questa è la sezione di attualità del numero di giungo!

La realtà dei Collegi del Mondo Unito

I Collegi del Mondo Unito (UWC: United World Colleges) sono un movimento fondato nel 1962 dal pedagogista tedesco Kurt Hahn. Consiste in una serie di scuole, chiamate appunto Collegi, sparsi nel mondo, che ogni anno accolgono studenti tra i 16 e i 19 anni di diverse nazionalità e li uniscono per promuovere la pace, educandoli collettivamente alla collaborazione e alla comprensione. Ci sono 18 Collegi divisi in quattro continenti; il primo a operare è stato l’Atlantic College, nel sud del Galles, che ha ospitato anche personaggi importanti come il re Carlo d’Inghilterra e, dal 2021, la principessa Leonor di Spagna. In Italia, il Collegio ha sede a Duino, vicino a Trieste, ed è stato fondato nel 1982. Entrare come studenti nel movimento UWC è un processo abbastanza lungo: il bando di concorso esce verso l’inizio dell’estate, per permettere agli studenti di iniziare a prepararsi già da quel momento. Per partecipare alle selezioni, si deve compilare una domanda di ammissione, nella quale si risponde ad alcuni quesiti sulle proprie attitudini e passioni. Una volta inviata la domanda, è possibile partecipare a degli incontri online nei quali ex studenti, professori, esaminatori e genitori di studenti spiegano nel dettaglio in cosa consiste la vita al Collegio e come vengono scelti i candidati. Verso dicembre si svolgono delle preselezioni regionali, per poter conoscere meglio i candidati e capire chi potrebbe essere idoneo a superare questa prima fase. A questo scopo, vengono svolte delle attività di gruppo e dei colloqui individuali. Una volta concluse le preselezioni regionali, i candidati che sono passati vengono convocati per le selezioni nazionali, che solitamente sono della durata di due giorni. Anche qui vengono svolte attività e colloqui attitudinali; chi riesce a passare le selezioni nazionali, viene ammesso e mandato in uno dei 18 Collegi per frequentare l’ultimo biennio delle superiori. Per quanto i Collegi siano molto esigenti nella scelta dei propri studenti, il sistema di ammissione è tutt’altro che severo. I criteri di selezione sono ancora un mistero, ed è proprio questo che rende unico il processo di ammissione. Non ci si può preparare per i test che si dovranno affrontare, le risposte alle domande poste non si possono trovare nei libri. È così che gli esaminatori vanno a giudicare i concorrenti non per i propri rendimenti scolastici, bensì con una valutazione più complessiva della persona. Abbiamo anche noi provato i brividi di questa esperienza; inizialmente siamo state avvertite del fatto che sarebbe stata più intensa di quanto ci saremmo potute aspettare ma non avremmo mai potuto immaginare quanto sarebbe stato vero. Oltre ad essere stata una fondamentale esperienza di vita, il particolare approccio che i Collegi del Mondo Unito pongono nella selezione dei propri studenti e poi nell'insegnamento, è pressoché unica. Il metodo da loro utilizzato è stato del tutto inaspettato, completamente diverso da quello che potrebbe essere un test di ammissione all’università o un qualunque test attitudinale: la varietà di attività comprendevano lavori di gruppo, costruzioni di idee, e dibattiti umanistici, politici, di attualità. Nelle dieci ore durante le quali si sono svolte diverse attività, gli esaminatori sono riusciti a far emergere una vastissima quantità di idee e punti di vista sugli argomenti discussi. Ciò ha dimostrato come lo stimolo dato da pochi spunti di riflessione e con il contributo da parte di ogni singolo alla discussione, rende lo studio, la comprensione e la eventuale risoluzione di problemi, molto più efficace attraverso il libero utilizzo della parola. L’aspetto che più ci ha colpite è stato provare concretamente cosa significhi avere libertà di pensiero. L’autonomia concessa nello sviluppo del pensiero e l’assenza di competitività ha portato a un vero scambio intellettuale.

Martina Sellitto 3A LSI, Irene Zoffi 3C LCE
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Chat GPT, il bambino inquietante 

A.I. , una parola che si trova sulla bocca di tutti al momento, ma di che cosa si tratta? A.I. deriva dall’inglese ed è l’acronimo di “artificial intelligence”, ovvero intelligenza artificiale. Questa parola sembra essere nuova, eppure risale a vecchi film di fantascienza e al rilascio dell’iPhone 4s nel lontano 2011. Infatti in questo periodo la casa di Cupertino aveva appena rilasciato Siri, un’assistente virtuale che era in grado di avviare chiamate, fornire indicazioni stradali ed effettuare ricerche in internet solamente tramite comando vocale. Seguirono poi altri assistenti come Google Assistant ed Amazon Alexa, ma la vera rivoluzione è avvenuta da poco, ovvero da quando Open AI ha rilasciato al pubblico Chat GPT, un’assistente virtuale che a differenza dei precedenti non parla e non ascolta, ma è in grado di rispondere a quasi tutte le domande che gli vengono poste. È sicuramente un’innovazione poiché, mentre con una banale ricerca su Google non sempre arriviamo ad un risultato che ci soddisfa, con Chat GPT abbiamo una risposta completa e più o meno articolata in base alla nostra richiesta. Purtroppo pero’ a questo mondo non esistono solamente studenti liceali che hanno bisogno di una mano con i compiti, infatti nei primi giorni di Chat GPT, quando si testavano i suoi limiti, si è scoperto che il suddetto assistente era in grado di fornire istruzioni su come costruire una bomba. Open AI ha infatti dovuto subito limitare le sue capacità, qui si apre però un altro problema su che cosa limitare e cosa no, infatti la censura potrebbe anche essere mirata ad alcune ideologie o certe figure politiche. A parlare dell’ A.I. recentemente è stato Elon Musk, nome che ormai non ha bisogno di presentazioni. Il fondatore di Tesla però ha lasciato a bocca aperta tutti, infatti ci ha messi in guardia su una possibile eventualità in cui l’intelligenza artificiale dovesse sfuggire di mano. È bizzarro che un uomo come Musk abbia detto ciò, soprattutto dopo aver investito tanti dollari nel progetto ed aver presentato il robot umanoide di Tesla ormai più di un anno fa. Che lui sia a conoscenza di qualcosa che a noi non è dato sapere? Rivolta dei robot o meno, queste intelligenze artificiali non si limitano solo a rispondere a domande, infatti la stessa Open AI aveva rilasciato prima di Chat GPT un sistema in grado di disegnare tutto ciò che gli si chiede, chiamato DALLE-2. L’arte è sempre stata una caratteristica peculiare dell’uomo, la facciamo per esprimere emozioni o per creare qualcosa di bello, ma se dipingere è espressione di emozioni, allora anche un robot che sa dipingere esprime qualcosa. Molti potrebbero dire che queste intelligenze non provano emozioni, ma le possiamo paragonare a dei bambini. Infatti, quando i bambini nascono, non sanno scrivere, parlare o distinguere il bene dal male, glielo insegniamo noi. Come con un bambino anche l’ A.I. , se la educhiamo male o la trascuriamo, crescerà ribelle e con spirito di conquista. Queste A.I. possono sicuramente esserci utili, ma chi dice che le potenze mondiali non faranno a gara a chi ha l’esercito migliore di robot? L’America ha già iniziato, infatti se credete che il MIT sviluppi robot solamente per farli ballare in un video su YouTube vi sbagliate. Il bambino è nato e presto bisognerà crescerlo in modo tale che un giorno ci riconosca come suoi genitori che gli hanno donato la vita e impedire che ci si rivolti contro perché, come molte delle nostre invenzioni, è sicuramente un’arma a doppio taglio.

Luca Modonutti 3A LSI 
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