I MIGLIORI BATTERISTI DI TUTTI I TEMPI
La musica ha sempre occupato un ruolo centrale nella vita degli esseri umani, per me, che sono un batterista da sempre, la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale: mi solleva il morale nei momenti peggiori e mi tiene compagnia quando sono solo. Tra gli anni '60 e '90 del 1900 si sono affermate alcune correnti musicali che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica Infatti durante quel periodo alcuni dei generi musicali più importanti di sempre si sono sviluppati e hanno avuto gran successo come il rock ed il grunge. Uno dei ruoli fondamentali, che ha permesso il successo di questi generi, sono i batteristi della band. Per questo vorrei proporre la mia top 3 dei batteristi migliori della storia della musica. Al terzo posto troviamo Ringo Starr, batterista di una delle band più famose degli anni sessanta: I Beatles. Egli nacque a Liverpool nel 1940 ed è conosciuto per essere batterista, compositore e cantautore: iniziò nel 1957 in una band con i suoi colleghi di lavoro, finché nel 1962, dopo il provino ad Abbey Road, il produttore dei Beatles, non convinto del batterista del gruppo, lo rimpiazzò con Starr. Egli esordì come tamburellista nella canzone “Love me do”. Dopo questo breve periodo iniziò ad amalgamarsi sempre di più con il resto della band, arrivando a comporre canzoni. Egli è anche ricordato per aver cantato nella celebre canzone “Yellow Submarine”. Stilisticamente il suo suonare era impeccabile, perché infatti, come disse McCartney, i suoi errori si contavano sulle dita della mano. Inoltre fu di ispirazione ad un sacco di batteristi come ad esempio Dave Grohl di cui diremo dopo. Al secondo posto troviamo Keith Moon, batterista della band degli anni 60 T he Who. Eglivissetrail1946e il 1978 ed era famoso per distruggere la sua batteria durante le performance. Fin da piccolo ha avuto un carattere piuttosto irascibile che durante la sua carriera da batterista degli The Who lo ha portato all’abitudine di distruggere gli strumenti usati durante i concerti. Egli era solito mettere dei petardi all’interno della cassa. Entrò a far parte degli The Who nel 1963 a soli 17 anni e fu il primo a introdurre la doppia cassa come si può sentire nella celebre canzone “Baba o’ Riley” del 1971. Durante la pausa che la band si prese tra il 1975 e il 1978 il batterista divenne alcolizzato e morì per questa ragione. Nel 2011 è stato posizionato al secondo posto dalla rivista “Rolling Stone” come secondo batterista di tutti i tempi dopo John Bonham. Al primo posto, come la rivista “Rolling Stone”, ci metto John Bonham, batterista dei Led Zeppelin. Considerato da molti il batterista migliore di tutti i tempi, con il suo stile ha stravolto il modo di essere della batteria, infatti le sue percussioni sono state la base del rock della band degli anni 70’ . Fu parte fondante dei Led Zeppelin stessi, dal 1968 fino alla sua precoce morte nel 1980 per abuso di alcool. Altri grandi batteristi che non ho inserito ma che meritano una menzione d’onore sono Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana e Charlie Watts, ex batterista dei Ro!ing S tones. Questi batteristi appartengono al passato, chissà che cosa ci riserverà il futuro.
Aurelio Cassano, 3°B LCE
“E ALLORA LE FOIBE?”
La Giornata del Ricordo è una giornata unilateralmente (si noti) istituita dall’Italia per ricordare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, eventi accaduti tra il 1943 e l’inizio del secondo dopoguerra. La ricorrenza di quest’anno mi ha spinto a riflettere sulla necessità che il Ricordo riguardi tutti i passaggi storici dell’epoca, e non solo alcuni, come certi politici sono soliti fare. Prima di iniziare a parlare di foibe, infatti bisogna innanzitutto tornare alla fine della prima guerra mondiale, l’Italia ottiene dal Patto di Londra tutta l’Istria, la Venezia- Giulia e parte dell’ odierna Slovenia, inoltre negli anni successivi ottiene anche Fiume grazie all’impresa di D’Annunzio (impresa non voluta dal governo Italiano di quell’epoca ma bensì voluta dai nazionalisti). Nel 1920 viene dato in fiamme da parte di squadre fasciste il Narodni Dom di Trieste , un centro culturale e un albergo- ristorante creato da e per la minoranza slava. Molti eventi come questi accaddero negli anni 20’ , tutti denunciati da Matteotti con il suo testo “Un anno di dominazione fascista’’ e già in questi tempi anche se il PNF non aveva il potere dello Stato ci furono lo stesso omicidi e pestaggi contro la minoranza slava. Le cose si complicano con l’ascesa al potere effettiva di Mussolini che con la sua politica anti-slava e razzista inizia a perseguitare queste popolazioni (perlopiù sloveni e croati), il dittatore iniziò il suo piano per ‘’l’italianizzazione dell’Istria’’ e nelle scuole della penisola fece licenziare i maestri e professori di etnia slovena sostituendoli con altri di etnia italiana (provenienti dal Sud-Italia)e inoltre vietò l’uso della lingua slovena negli ambienti pubblici quali scuole, uffici, ristoranti,... ( in proposito consiglio di leggere ‘’Il Martire Fascista’’ di Adriano Sofri che parla di un maestro che sputava in bocca agli allievi che parlavano in sloveno). Poi arrivò il 1941, invasione della Jugoslavia da parte dei Poteri Dell’Asse, che la fecero a pezzi: tutta la Slovenia, la Dalmazia e parte del Kosovo( che si unì al protettorato di Albania) andarono all’Italia che ottenne anche la sottomissione del Montenegro come stato fantoccio, ai tedeschi invece andò la Serbia (come stato vassallo) e parte della Slavonia, infine si creò lo Stato Indipendente Croato di Ante Pavelic’. Nel corso di questa ‘’sottomissione’’ gli italiani crearono campi di internamento non solo per gli ebrei ma anche per gli slavi(avete mai sentito parlare di Gonars?), Mussolini inoltre fece buttare fuori dalle case tutti i cittadini sloveni e dare alloggio nelle stesse case a famiglie italiane( di solito famiglie di funzionari fascisti). 1943: gli eventi e le vittorie si capovolgono, in Jugoslavia si creano non una ma ben due resistenze: I Cetnici e i partigiani titini, quest’ultima resistenza si mostrò un degno avversario per i nazifascisti e riuscì a liberare tutta la Jugoslavia, fino ad arrivare a Trieste. Ecco, siamo arrivati al punto in cui si utilizzarono le foibe, molti politici sostengono che gli infoibati furono gettati nelle foibe solo perchè italiani e non perché fascisti, però bisogna tener conto che: -La divisione Garibaldi Montenegro entrò nell’armata di liberazione Jugoslava -Più di 40.000 Italiani entrarono nell’armata citata precedentemente -Si parla continuamente dei 40 giorni in cui Tito governò a Trieste ma non si parla mai dei 20 anni del fascismoin Istria E’ vero che molti furono gli innocenti infoibati ma bisogna ricordare che tra questi alcuni furono uccisi a causa di vendette passate ( esempio maggior parte dei maestri). Come ho detto all’inizio dell’articolo non occorre assolutamente giustificare questo evento, ma raccontare tutta la storia, dall’inizio fino alla fine, perché è così che essa si impara, non da un solo libro ma da più fonti. E la storia non può essere raccontata diversamente in base a delle opinioni ma va riunita nella verità. Per questo, è tempo di superare le versioni contrapposte sugli stessi eventi e,finalmente, utilizzare congiuntamente archivi e studiosi di Italia, Slovenia e Croazia. Nello spirito dell’UE : sarà questo a far cadere, come si è fatto a Gorizia Capitale Europea della Cultura, ‘’l’ultimo muro d’Europa’’.
N icolò Marko Blagojevic, 1°A LSI
CINQUE PERSONAGGI FEMMINILI
NELLA LETTERATURA
Le donne sono da sempre presenti nella letteratura mondiale. Nonostante in tanti, troppi casi ricoprano ruoli inferiori e marginali rispetto agli uomini, esistono tanti esempi di personaggi femminili forti, che non agiscono nell’ombra di qualcun altro ma prendono in mano la propria storia. In questo articolo voglio portare cinque esempi di personaggi femminili ribelli e controcorrente, che rimarranno nella storia della letteratura. Anne Shirley Il primo personaggio è Anne Shirley Cuthbert, nota come Anna dai capelli rossi, la celebre protagonista della serie “Anne of Green Gables” di Lucy Maud Montgomery. Anne è un’orfana che all’età di undici anni viene adottata dai fratelli Marilla e Matthew Cuthbert, i quali vivono nella casa di Green Gables (tetti verdi) ad Avonlea, un paese rurale situato nell'isola del Principe Edoardo in Canada. Anne è un personaggio originale ed innovativo. Passa molto tempo a fantasticare e sognare ad occhi aperti, è romantica e sensibile ma anche forte e testarda. È desiderosa di imparare e ama lo studio. Riuscirà a laurearsi all’Università di Redmond, e in seguito si trasferirà con Gilbert Blythe, compagno (e rivale) dei tempi della scuola, prima nella “Casa dei sogni”, poi nella dimora di Ingleside, dove avranno sei figli. Anne è un personaggio estremamente controcorrente per l'epoca dell'autrice: è determinata, non si lascia piegare dalle difficoltà, dalle sconfitte e dai soprusi, ma ha al tempo stesso un carattere da sognatrice, che non perderà mai. "N on è meraviglioso pensare a tutte le cose che ci sono da scoprire? Mi fa sentire felice di essere viva" Scout Finch Jean Louise “Scout” Finch è la giovanissima narratrice del libro "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, un romanzo che ruota attorno alla figura del padre di Scout, l'avvocato Atticus Finch, il quale vuole difendere Tom Robinson, un uomo afroamericano ingiustamente accusato di stupro. All'inizio del romanzo Scout ha sei anni, mentre quando si conclude la storia ne ha dieci; Scout ha un carattere forte, si ribella a tutto ciò che ritiene ingiusto, anche nei modi sbagliati -viene infatti ripresa dal padre perché usa la violenza contro i prepotenti. È devota alla sua famiglia, rifiuta qualsiasi cosa considerata tipicamente femminile e non si lascia plasmare dai pregiudizi dell'ambiente retrogrado e razzista che è l'Alabama degli anni Trenta. Nel corso del libro cambierà e maturerà, ma non perderà mai il suo essere ribelle e anticonformista, che è ciò che la rende un personaggio unico. "Fino al giorno in cui minacciarono di non lasciarmi più le"ere, non seppi di amare la lettura. S i ama forse il proprio respiro?" Lisbeth Salander È la coprotagonista della saga "Millenium" di Stieg Larsson, insieme al giornalista Mikael Blomkvist. Lisbeth è un'hacker esperta e capace e nel corso della saga viene coinvolta in varie indagini e inchieste. È un personaggio molto particolare, caratterizzato da un comportamento antisociale, ma anche da un'intelligenza fuori dal comune. Saranno proprio la sua impressionante memoria fotografica e le sue capacità matematiche e tecnologiche a risolvere molti dei problemi che sorgeranno nei vari libri. Lisbeth non è un personaggio idealizzato per mostrare solo i suoi aspetti positivi; al contrario, è un personaggio realistico, con luci e ombre, commette errori, ha subito traumi, è stata rifiutata ed esclusa dalla società. È però una donna geniale, che riesce a superare le difficoltà grazie alle sue enormi abilità. Penso che Lisbeth Salander sia uno dei personaggi più interessanti e originali di sempre, e che sia proprio lei, con le sue scelte e le sue azioni, a rendere così avvincente la saga di M illenium. "Tutti gli esseri umani hanno dei segreti. S i tratta solo di scoprire quali siano". Hermione Granger Parlando di personaggi femminili forti, originali e rivoluzionari non si può non citare Hermione Granger, famosissima studentessa dell'Accademia di Magia e Stregoneria di Hogwarts nella saga di Harry Potter. Hermione è una ragazza geniale e brillante, nota soprattutto per i suoi successi all'interno della scuola. Io penso però che sia molto di più di una ragazza studiosa che ottiene buoni voti. È infatti un personaggio ricco di qualità: non è solo intelligente, ma anche altruista, leale, intraprendente, coraggiosa, sempre pronta ad affrontare nuove sfide e ad aiutare i suoi amici in tutti i modi possibili. Anche Hermione ha dei difetti: è poco socievole, spesso preferisce la solitudine alla compagnia delle altre persone e in alcuni casi può apparire leggermente presuntuosa. Sono però anche questi difetti a caratterizzarla e renderla un personaggio così "vero", che può parlare ad ognuno di noi. "Io? Furbizia e tanti libri. Ci sono cose più importanti: amicizia...e cora"io" Teresa Battaglia Per concludere, ho scelto un personaggio particolare, non molto conosciuto, che però merita sicuramente di essere ricordato. La quinta e ultima donna è Teresa Battaglia, commissario di polizia del libro "Fiori sopra l'inferno" di Ilaria Tuti. È all'apparenza una persona comune, anonima, che spesso sembra fredda e distaccata, ma si tratta in realtà di una donna forte, che ha dovuto affrontare un passato di violenza e sofferenza. Dal dolore ha ricavato un'empatia e una sensibilità rare, che le permettono di indagare i lati più oscuri delle persone, che siano gli assassini ai quali dà la caccia o uomini e donne comuni. Non ha mai potuto avere figli, ma è come una madre per il reparto di polizia, in particolare per l'ispettore Massimo Marini, con il quale ha instaurato un rapporto che va ben oltre la collaborazione professionale. Teresa Battaglia non è la classica eroina, non sembra una persona invincibile e diversa da chiunque altro, ma è una donna tenace e brillante, dotata di dolcezza e capacità di comprendere anche le menti più contorte. Ed è proprio la bellezza della sua normalità a renderla un personaggio affascinante e indimenticabile. "Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura”
Elena Milan, 1°B LSI
Ricette dal mondo
Masterchef o 4 ristoranti? Benedetta Rossi o Gordon Ramsay? Nell’ultimo periodo i food blogger e i programmi culinari stanno diventando sempre più numerosi e innovativi. Noi del giornalino non potevamo non avere una rubrica contenente ricette nuove e saporite. Se state cercando delle ricette di qualsiasi genere, siete nel posto giusto. In questa rubrica faremo un viaggio attraverso tutti i tipi di cucine ed etnie: ricette semplici, vegan, senza glutine, orientali, dolci, salate e molto altro ancora. In ogni numero del giornalino sceglieremo un argomento guida, vedremo insieme due ricette e, in breve, anche le loro storie. La prima sarà semplice e facile da fare, per quando si ha poco tempo ma si vuole comunque stuzzicare qualcosa di nuovo e buono. La seconda richiederà un po’ più di pazienza e manualità, utile se volete mettervi alla prova o stupire gli amici. Il nostro viaggio inizia dall’altra parte del mondo, in India. Sicuramente molti di voi avranno provato la cucina cinese e giapponese, ma quanti di voi hanno provato la vera cucina indiana? Famosa per il grande utilizzo di spezie e latticini, la cucina indiana è pensata per essere mangiata tutti insieme. Le portate solitamente vengono servite tutte in un unico grande piatto, il "thali". Il cibo indiano spazia da piatti vegetariani, a piatti esotici pieni di sapori e varie consistenze. Dovete sapere che la cucina indiana risale a più di 5000 anni fa. Ogni regione ha le proprie tradizioni, religioni e culture che influenzano il suo cibo. Gli indù tendono a mangiare piatti principalmente vegetariani, mentre i musulmani tendono a piatti a base di carne (nonostante il maiale sia vietato). Il cibo indiano è inoltre stato influenzato dalla cucina mongola, persiana e cinese. Il filo conduttore nel corso dei secoli rimane la distinta miscelazione di spezie che conferiscono alla cucina indiana il suo sapore e il suo aroma unico al mondo.
Prima ricetta: Dosa, le crepes indiane
Questa ricetta è veramente molto semplice, pratica, sana e veramente molto buona. Unico accorgimento: dovrete lasciare lenticchie e riso a riposare in ammollo per 12 ore circa. Durante l’ammollo inizia la fermentazione, processo che rende i dosa molto digeribili. Inoltre, è ricchissima in proteine ed è senza glutine!
Difficoltà: molto facile
Questi sono gli ingredienti per circa 6/8 dosi:
• Una tazza di lenticchie rosse o nere
• 500 ml d’acqua
• 50 gr di riso basmati,
• pizzico di sale
• cucchiaino di zucchero (solo se vuoi fare la versione dolce)
• noce di burro
• 1 cucchiaino di lievito in polvere
• Facoltativo: q.b. paprika dolce
• Facoltativo: 2 cucchiai di chana dal (ceci che potete
trovare tranquillamente nei negozi indiani)
Procedimento:
1. Inserisci in un contenitore il riso, le lenticchie e il chana dal, coprili a filo con acqua e lasciali riposare per almeno 12 ore.
2. Trascorso questo tempo frulla il tutto, lasciando il liquido eventualmente rimasto, fino a ottenere un composto morbido e omogeneo.
3. Aggiungi il sale, il lievito, la paprika dolce (facoltativa), mescola l’impasto con cura e lascialo in frigorifero mezz’ora.
4. In una padella antiaderente scalda il burro a fiamma moderata, quindi versa un po’ di pastella stendendola bene su tutta la superficie della padella con l’ausilio di un cucchiaio.
5. Il dosa dev’essere cotto da entrambi i lati, quindi necessita di essere girato una volta. Per rendere questo procedimento semplice puoi aiutarti con una spatola.
6. Non superare i 2-3 minuti complessivi sul fuoco. Quando l’impasto è pronto, si stacca dalla padella da solo. A questo punto puoi adagialo su un piatto e farcirlo come più preferisci!
Seconda ricetta: I Jalebi
Jalebi (chiamato anche jilebi, zulbia, zalabiya o jilapi) è il più famoso dei dolci indiani. Popolare in tutto il subcontinente indiano, l'Iran e in particolare l'India meridionale, questo dolce particolare è un'aggiunta obbligatoria alle tavole festive degli indiani. È popolare anche per le occasioni quotidiane: abbinato al latte o al cremoso rabdi, una crema al latte tipica della tradizione indiana.
Difficoltà: media
Ingredienti:
Per la pastella:
• 1 litro di acqua calda
• 1 cucchiaio di yogurt greco
• 130 gr di farina “00”
• 2 cucchiaini di amido di mais
• 1 cucchiaino di olio di semi
• 1 cucchiaino di lievito istantaneo
• 1 cucchiaino di cardamomo (che puoi sostituire con 1 cucchiaino di cannella in polvere) Per lo sciroppo:
• 240 ml di acqua
• 200 gr di zucchero
• 1 cucchiaino di succo di limone
• 1 pizzico di zafferano in polvere
Per friggere:
• q.b. olio di semi
Procedimento:
1. Mettete in una ciotola la farina setacciata con la maizena, il lievito istantaneo, e il cardamomo e mescolate con una frusta.
2. Unite anche l'olio, lo yogurt greco e l'acqua e mescolate fino a ottenere una pastella liquida e senza grumi
3. Prendete una ciotola grande, aggiungete un po' di acqua calda e appoggiatevi sopra la ciotola con la pastella.
Coprite con un canovaccio e lasciate riposare per 30 minuti circa.
4. Mettete sul fuoco una padella dal bordo alto per realizzare lo sciroppo e versate all’interno l'acqua con
zucchero e zafferano.
5. Cuocete per 15 minuti, fino a raggiungere la temperatura di 95° circa. Se non avete un termometro da cucina
non preoccupatevi. Togliete lo sciroppo appena sarà sul punto di bollire. Abbassate il fuoco, aggiungete il
succo di limone e mescolate.
6. Prendete l'impasto precedentemente fatto e versatelo in una sac à poche.
7. Mettete sul fuoco un’altra pentola a fondo alto e l’olio per friggere. Spremete il contenuto della sac à poche
all'interno della padella con olio ben caldo facendo movimenti circolari così da realizzare una sorta di nido
come nella foto all’inizio della ricetta.
8. Friggete fino a doratura, girandoli una sola volta. Sollevateli con una schiumarola, asciugateli con carta da
cucina e passate i jalebi nello sciroppo per un minuto, girandoli con un cucchiaio.
9. Scolateli, per eliminare lo sciroppo in eccesso e servite. I vostri jalebi sono pronti per essere gustati!
Suggerimenti e consigli:
La consistenza della pastella è fondamentale perché deve essere densa e fluida. Se la pastella è troppo densa, il jalebi non sarà croccante e non assorbirà lo sciroppo di zucchero. Se è troppo sottile, rischia di bruciarsi nell’olio.
Lo sciroppo di zucchero deve essere leggermente caldo quando vi si inzuppano i jalebi fritti.
I Jalebi possono essere conservati per 4-5 giorni in un contenitore ermetico.
Con i jalebi si conclude il nostro piccolo viaggio etnico-culinario in India. Vi aspetto nel prossimo numero con un altro viaggio alla scoperta di nuove, gustosissime ricette!
Se avete qualche richiesta particolare, ricette e regioni del mondo che vorreste scoprire o approfondire nel prossimo numero, potete scrivermi in dm su instagram al profilo @giada_slo.